domenica 21 aprile 2024

Decluttering: armadi pieni

Il surplus di capi di abbigliamento che abbiamo nel mondo ricco occidentale, frutto della coazione all'acquisto indotta dalla pubblicità, mi ha colpito e angosciato sin dagli anni novanta. Ricordo che il corso organizzato dalla associazione Abiti Puliti e che seguii una ventina di anni or sono mi cambiò la vita. La stessa sensazione di preoccupazione e di impotenza me l'ha data la serie "Junk - Armadi Pieni" visibile su YouTube. Il mercato del tessile ha un impatto enorme sul pianeta, sia per la sua produzione basata sullo sfruttamento dei lavoratori sia per l'enorme quantitià di rifiuti che genera. Nella bella docuserie si dice che la soluzione non è smettere di acquistare. Può essere. Fatto sta che da anni non compro quasi più nulla e mi metto sempre gli stessi vestiti incrementati ogni tanto da quelli dismessi da mia sorella (che non si fa tanti problemi) o da qualche capo comprato all'usato.

Ed ecco che ora, per il decluttering in vista trasloco, ho fatto un piano. In questi giorni, tempo di cambio di stagione inverno-estate, abbatto la mia dotazione di abiti invernali a circa un terzo, destinando il resto ad una delle tante associazioni umanitarie che li raccoglie. Ad esempio di queste giacche:


ne salvo solo tre (due tailler e una giacca). 

Il prossimo inverno mi aspetta un altro grande cambiamento nella mia vita (che non voglio anticipare) e non penso che avrò necessità di mostrare tanti capi diversi come accade ora. Idem per i golf. Via anche diversi pantaloni. Lascio i più comodi e anche i più caldi.

Ed ecco il primo dei sacchi che prende il volo.

Operazione analoga il prossimo autunno al cambio di stagione estate-inverno. Negli ultimi anni ci ho fatto caso e ho constatato che l'estate è finita prima che io facessi il giro di tutti i capi di vestiario a disposizione (eccetto le magliette per il tempo libero). Troppa roba quindi. Armadi troppo pieni. Ci si può lavorare molto...


lunedì 25 marzo 2024

Decluttering: opere di artisti in erba

 Oggi tocca alle cartelline sopra l'armadio. Contengono i ricordi dei figli, dagli scarabocchi del nido, alle foto della loro attività calcistica giovanile. Ovviamente prima di buttarli li consulto ma loro sono faciloni, soprattutto il minore, e si separerebbero facilmente da quasi tutto. Eppure io faccio fatica con le loro cose, soprattutto con le cose legate alla loro infanzia e che conserviamo ormai da quasi trent'anni. Me li rivedo lì a pasticciare con i colori. Come mi ricordo quanto tempo abbiamo giocato per fare queste specie di tazebao:

Ma cerchiamo di essere razionali. Gli album fotografici del nido sono intoccabili


ma le pitture di quel periodo potrebbero essere di qualsiasi loro coetaneo e quindi si possono buttare.

Invece ho deciso di tenere quelle realizzate quando erano più grandini. Un domani forse farà piacere anche a loro rivederle. 



 


domenica 24 marzo 2024

Decluttering: la scatola dei ricordi

Tocca alla scatola con scritto sopra "ricordi". 

A parte i diari di ragazzina, gli scritti su fogli sparsi e il cofanetto con le lettere, che sicuramente conserverò,

sono usciti:

dischi di musica classica, 

un talco regalato da una mia amica che ho sempre usato con parsimonia perché mi piaceva tanto il suo profumo, 

alcune mie pitture che mi dilettavo a riprodurre copiando da cartoline con pastelli o colori ad olio, 

un cerbiatto che ricamai su disegno prestampato, 

un maialino di gomma di quando ero neonata che chissà quanto ho ciucciato (e chissà se la vernice era davvero innocua),

 

 

una bambolina maltrattatissima 








i ciondoli e gli anellini di argento che andavano di moda negli anni Settanta, 

due corone d'oro che ricoprivano i miei molari,

una targa di argento che non si capisce cosa commemorasse, 

della bigiotteria,

scatoline di vario materiale.

Le corone e la targa li ho venduti. I dischi e i ciondoli proverò a venderli o a regalarli. Il resto l'ho buttato. Mi dispiace per il maialino e la bambolina. La mia mamma li aveva conservati per me, ma d'altra parte portano i segni del tempo, un tempo molto lontano e poi non ha senso averli dentro una scatola. Preferisco postarli qui e dar loro così un'altra vita.

Liberarsi dalle spine


 

Adoro le piante, ma soprattutto quelle in terra e poco quelle in vaso, che mi sembrano costrette a vivere contronatura (un po' come gli animali domestici). Le piante grasse sono tra quelle che mi piacciono meno.


 

Nella nostra nuova casa, i precedenti proprietari ci hanno lasciato un buon numero di piante, soprattutto poveri alberi costretti a vivere in enormi vasi di difficile gestione, e un buon numero di piante grasse, fichi d'india, cactus, agavi, aloe. Sono già diverse volte che, dopo averle gestite e spostate, mi ritrovo piena di spine che mi pungono per giorni.

Quindi, con dispiacere, con tutto l'affetto per le verdi creature, ma anche con diverse escoriazioni, abbiamo destinato quasi tutte le piante grasse al cassonetto.

 


Diverso il trattamento delle due agavi imprigionate in un grosso vaso dove si erano talmente espanse da renderlo assolutamente inamovibile persino per nostro figlio palestrato. Con loro ho ingaggiato una lotta all'ultimo sangue e alla fine sono riuscita ad estrarle e anche a sezionare tutti i loro numerosi ributti. Proveremo a trapiantarle in terra in Lunigiana. Non è l'ambiente adatto, ma d'altra parte sono piante destinate a diventare giganti e non è proprio il caso di farle vivere in vaso.


 

Stay tuned! 

PS #lepiantecisalveranno.... ma se non ci bucano è meglio! 😉

lunedì 18 marzo 2024

Davanti a me, notaio, sono comparsi i signori...

Ecco fatto. Adesso ciascuno di noi quattro ha una casa, almeno dal punto di vista patrimoniale. Un appartamento per ciascuno dei figlioli mentre noi abbiamo acquistato un attico per poter invecchiare tranquilli in vista di non essere più ingrado di fare le scale del terratetto nel quale abitiamo da trent'anni.

Settimana di atti notarili. Un rito che comunque ha il suo significato e non solo economico. Un progetto che rivoluziona la compagine familiare e getta un ponte verso il futuro. 

Ora comincia il difficile: i lavori di ristrutturazione, l'inseguimento di muratori, parquettisti, idraulici, elettricisti, finestrai e verandai. Un bel po' di tempo ed energie (oltre ai soldi ma quelli sono la cosa che mi preoccupa meno). Senza contare la fatica del trasloco e la vendita dell'attuale casa.

Un progetto sfidante. Incrociamo le dita, rimbocchiamoci le mani e partiamo.

Noi quattro

2009
 

"Torno a Marzo per un paio di settimane." E così il figlio che ormai chiamiamo "l'americano" ce lo siamo trovato convivente dopo cinque anni. Si è dovuto adattare al letto singolo nella stanza studio/palestra. Il fratello si è dovuto stringere e condividere il bagno. Tutti ci siamo dovuti riabituare ai fazzoletti usati e alla bottigline di plastica seminati come Pollicino.

Un tuffo nel passato che, tutto sommato, ci ha fatto piacere. In realtà è stata una meteora e vederti ripartire con la tua valigina per l'oltreoceano fa sempre un po' di magone, anche se probabilmente si prevede di riospitarti quest'estate. Tu torni alla tua routine americana, tuo fratello torna a fare il figlio unico (anche se per poco) e noi alle nostre abitudini di coppia attempata.

Buon rientro, figlio mio!
 

sabato 2 marzo 2024

Decluttering: documenti

Altra operazione necessaria in vista del cambio casa: ricognizione e sfoltimento dei documenti cartacei. Bollette, fatture, estratti conto, referti medici, contratti, garanzie apparecchiature...

Per fortuna anche in questo caso avevo fatto una grande operazione di sfoltimento durante il lockdown, ma da allora non ho trovato più il tempo.

Anche in questo caso, si ripercorrono almeno gli ultimi trent'anni e si scopre quante spese abbiamo fatto per la manutenzione della casa che non ci ricordavamo, quanti apparecchi di cui teniamo la garanzia sono stati buttati da tempo.

Altra considerazione: c'è una cesura che segna il passo verso la digitalizzazione, in molti casi indotta dalla pandemia, che quindi non è stata del tutto negativa. Le bollette e gli estratti conto bancari gonfiavano le rispettive cartelline. Oggi, buttando via quelle degli ultimi cinque anni, rimangono quattro fogli. A mio parere, questo è un bene e non solo per il risparmio di carta, ma anche perchè non prendono spazio e non si perdono. In ufficio, ad esempio, da dopo il Covid, la mia scrivania è sgombra eppure trovo tutto molto più facilmente e velocemente di prima.

Obiettivo per il trasloco: il residuo cartaceo tra documenti fiscali e sanitari non deve occupare più di una scatola. Ce la dovrei fare.